martedì 19 marzo 2013

Crisi del romanzo ottocentesco

Nei primi trent'anni del Novecento il romanzo europeo si rinnova radicalmente e produce alcuni capolavori che, pur nelle diversità che li caratterizzano, presentano dei tratti comuni. Rispetto alla rivoluzione del linguaggio e dei contenuti proposta dalle Avanguardie, gli autori di questi romanzi esprimono la profonda coscienza della crisi dell'universo borghese rappresentandola dall'interno nelle sue contraddizioni più profonde. Non si tratta quindi di una letteratura "di rottura", ma piuttosto di un nuovo modo di narrare che sovverte in profondità, corrodendole dall'interno, le strutture più tradizionali del romanzo ottocentesco. Questo era caratterizzato dal realismo, dal ritmo serrato degli eventi narrati, dalla presenza di un narratore esterno onnisciente, dalla chiarezza del linguaggio. Ora invece i romanzieri intendono esprimere il profondo disagio del soggetto davanti alla realtà, che non può più essere indagata nelle sue precise determinazioni spazio-temporali, ma che appare spesso confusa, contraddittoria, inconoscibile come la stessa psiche dell'individuo. Le novità del romanzo della crisi si possono quindi riassumere come segue:
- la narrazione diviene "soggettiva", condotta in prima persona da un personaggio interno alla vicenda, spesso il protagonista;
- la trama trascura fatti storici ed eventi collettivi per focalizzarsi sulle vicende individuali del protagonista, vicende che vengono sviscerate nei loro minimi dettagli;
- il ritmo della narrazione cambia, spesso dilatando i tempi della storia, e diventa così difficile distinguere tra i momenti "descrittivi" e quelli più propriamente "narrativi";
- anche il linguaggio si trasforma radicalmente e, seguendo i percorsi della mente del narratore, mira più all'espressione che alla comunicazione, anche a costo di diventare complesso e poco leggibile;
- in tal senso la tecnica più innovativa è quella del cosiddetto "flusso di coscienza", cioè la riproduzione dei pensieri del narratore attraverso l'uso del "monologo interiore", discorso intimo non governato dalla razionalità, ma costruito sulle libere associazioni mentali.

Brano tratto dal portale Parodos

Nessun commento:

Posta un commento