mercoledì 20 marzo 2013

Contesto sociale: egemonia della borghesia e riformismo

Giunta al potere attraverso la conquista dello Stato unitario, la borghesia italiana accantona la questione contadina e svolge la sua azione in base allo sviluppo economico determinante delle città settentrionali e alle loro articolazioni capitalistiche. In esse e a Firenze erano gli istituti moderati che avevano consentito anche l'accentramento finanziario e burocratico delle prime due capitali del Regno, nuovo ma in ritardo nei confronti delle altre nazioni.
L'egemonia borghese, che ha come base le concentrazioni urbane industriali, giustifica la scelta settentrionale dello sviluppo trainante con la necessità della modernità dello sviluppo stesso. Conseguentemente la borghesia attua una legislazione protezionistica che accresce il lavoro e la prosperità del settentrione impoverendo città e campagne del Mezzogiorno.
L'unità avveniva sulla base della diseguaglianza, e il ribellismo e la lotta dei contadini che chiedevano la terra vennero criminalizzati come brigantaggio; più tardi la disuguaglianza delle popolazioni meridionali sarà teorizzata dai sociologi borghesi come incapacità organica delle popolazioni stesse, il Mezzogiorno sarà interessatamente considerato una «palla di piombo» per l'Italia.

Brano tratto dal portale Storiadellaletteratura.it (licenza BY-NC-ND 3.0)

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