Lo scoppio della Prima guerra mondiale rappresentò per l’Europa un momento cruciale destinato a mutare irrevocabilmente gli equilibri internazionali. L’occasione fu l’assassinio a Sarajevo dell’erede al trono imperiale Francesco Ferdinando da parte di un dissidente serbo, fatto che spinse l’impero austro-ungarico a dichiarare guerra alla Serbia.
Il conflitto vide contrapposti gli imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano e Bulgaria) alle potenze della Triplice Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia). L’Italia, inizialmente neutrale, vide poi prevalere sulla maggioranza parlamentare contraria alla guerra guidata da Giovanni Giolitti il partito interventista dei nazionalisti-irredentisti, che fece emergere la figura del socialista trentino Cesare Battisti.
Nell’aprile 1915 con il Patto di Londra sottoscritto in gran segreto sotto il governo Salandra, l’Italia decise di schierarsi a fianco della Triplice Intesa e nel novembre 1918, a seguito della vittoria delle potenze alleate, l'Europa assistette alla dissoluzione dell'impero austro-ungarico e l'Italia portò a compimento il lungo processo di Risorgimento nazionale con l’annessione delle terre irredente di Trento e Trieste.
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